Chi ha paura del bocconcino?

Keller Breland, uno degli Animal Trainer più formidabili e con approccio più avveniristico della storia.

Lo strumento “bocconcino” è ormai sbeffeggiato ed oggetto di interminabili ed inutili diatribe da social network.

Questo breve articolo non vuole né proteggerlo né osannarlo, ma vuole unicamente rimettere metaforicamente “la palla al centro”, trattandolo per ciò che è: uno strumento dei tanti, a servizio dell’apprendimento, che come sempre è la competenza umana a renderne “buono” o “cattivo” l’ impiego.

Quando parliamo di “bocconcino” parliamo di un pezzo più o meno grande di cibo che dovrebbe essere gradito al cane, che la Scienza del Comportamento Applicata definisce Rinforzo Primario.
Il termine Primario sta ad identificare il fatto che è legato ad un bisogno primario dell’individuo, ossia legato alla sua sopravvivenza.

Altri rinforzi definiti primari sono ad esempio l’aria, l’acqua ed il sesso; ovviamente questi ultimi due sembrano più difficili da utilizzare, ma non è impossibile farlo.

Burrhus Frederic Skinner, il padre dell’Apprendimento Strumentale conosciuto anche come Condizionamento Operante.

Ma perché il povero bocconcino concentra su di sé tutta una serie di attacchi, che cercano di screditarne l’efficacia?

Fondamentalmente per questi 3 macro motivi, vediamoli insieme.

Viene scelto male:

  1. Nel senso che ciò che si sceglie non è realmente gradito al cane, il cane lo mangia ma fondamentalmente non lo desidera;
  2. La maggior parte dei cani da compagnia sono sovralimentati, ossia assumono più Kcal al giorno di quelle che realmente consumano;
  3. Viene proposto in maniera talmente monotona da generare velocemente assuefazione.

Viene utilizzato in maniera errata:

  1. Si abusa del Luring, pertanto sparito il boccone dalla mano del conduttore, sparisce il comportamento;
  2. I cani imparano a seguire le sacche porta premi ed i gilet da addestramento dei propri conduttori;
  3. La frequenza di rinforzo è per il cane talmente prevedibile da ridurne l’effetto motivante;
  4. Non viene utilizzato in alternanza ad altri Rinforzi come i secondari o i funzionali desiderati dal cane;
  5. Si pretende che il cane lavori al di sopra della soglia di attivazione/reazione di determinati stimoli, senza averli prima desensibilizzati adeguatamente.

Egocentrismo umano:

Alcuni esseri umani proprietari di cani, hanno un ego talmente smisurato che riescono ad entrare in competizione addirittura con un pezzo di cibo destinato al loro cane, ritenendo che loro devono valere di più e che il loro contatto sociale deve essere prioritario rispetto al nutrimento.
Queste persone però dimenticano due cose fondamentali:

  • la relazione uomo-cane prima si deve costruire e deve acquisire valore, poi si può pretendere di usare
  • ahimè, tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile.
Primi anni Sessanta, US Navy Marine Mammal Program; Marian Breland, Bob Bailey e Keller Breland tre pilastri fondamentali dell’Animal Training moderno.

Detto questo non dobbiamo dimenticare che, il cane sceglierà quel determinato tipo di comportamento se:

  1. quel comportamento è vantaggioso, ossia gli permette di stare bene ed ottenere piacere fisico, sociale, appagamento delle attitudini, ecc … (Rinforzo Positivo)
  2. quel comportamento gli permette di far cessare qualcosa di spiacevole, in termini di fastidio, dolore, paura, mettendolo al sicuro di fronte ad uno stimolo aversivo (Rinforzo Negativo)

Se al posto del termine Rinforzo, preferite il termine feedback perché vi sembra più “cognitivo” nessun problema. Sta di fatto che qualsiasi organismo su questo Pianeta è programmato da Madre Natura per cercare “strade” che gli permettono di ottenere vantaggi ed altre che gli permettono di evitare svantaggi.

Quindi, lasciando ad altri i romanticismi, nella realtà dei fatti essendo le strade unicamente due, a voi sta la scelta: o la strada dell’appagamento o la strada dell’evitamento.

Cosa volete per il vostro cane?